"Il soggetto viene portato alla tensione massima, ad un'estrema libertà coloristica ma proprio al suo culmine muore e io devo reinventare qualcos'altro".
Dopo una partenza artistica in ambito concettuale, Salvo comincia a riflettere sul recupero della pittura classica proponendo iconografie con una tratto ingenuo e un colore moderno, con soggetti ispirati ai maestri del Quattrocento e in seguito a rovine archeologiche.
La sua pittura si evolve negli anni seguenti alla ricerca degli elementi primari e descrittivi di paesaggi (una stazione, un'autostrada, un notturno), cogliendone ordine e principi, ma la sua oggettività non è mai fredda e distaccata dalle cose.
Dallo scrittore Giuseppe Pontiggia, Salvo ha tratto una frase che sintetizza in poche parole il suo atteggiamento: "È nell'apparentemente banale che sta il grande valore".