Un Mondo nei segni
Quando la grafica supera i confini del segno e ci si addentra nei territori delle forme e delle trasparenze s’incontra il lavoro di Elisabetta Diamanti, linee infinite dove esaltano nelle gradazioni i volumi.
Opere che racchiudono il movimento del segno creando dei microcosmi pronti a dilatarsi e prende la conformazione di un futuribile panorama urbano, nei suoi sviluppi verticali in un’ipotetica Torre di Babele, una natura geopolitica nelle sue espansioni orizzontali.
Trame che creano un involucro per il movimento ritmato dei segni, un contenitore simile ad un bozzolo che cela la farfalla nascosta nel baco.
L’artista non si limita alla bellezza estetica dell’operare sulla bidimensionalità della lastra, ma costruisce geometrie che perdono ogni consistenza nel fluttuare nell’incomprensibile, addentrandosi nei riflessi di uno specchio.
Elisabetta Diamanti concepisce una serie di linee per dar vita alla compenetrazione di corpi per sublimarsi nell’impalpabile e valicare l’iridescenza delle immagini concepite dalle luci.
Quello intrapreso da Elisabetta Diamanti è un percorso lungo anni, dedito a far perdere lo sguardo dell’osservatore nei labirinti di universi e vortici di pensieri.
Gorghi, ragnatele, architetture vibranti di materia tessuta linea dopo linea, traccia dopo traccia, per racchiudere tanti mondi in uno spazio piccolo, pronti a espandersi.
Gianleonardo Latini