Marino Marini è nato a Pistoia il 27 febbraio 1901 ed è morto a Viareggio il 6 agosto 1980.
Studia all'Accademia di Belle Arti di Firenze dove frequenta prima i corsi di incisione e di pittura, quindi quelli di scultura; Galileo Chini e Domenico Trentacoste sono gli insegnanti che guidano la sua formazione tecnica; Marino per altro sin dagli anni giovanili di studio e di ricerca esplora con l'esercizio sistematico del disegno le possibilità nuove suggerite dalle avanguardie (in particolare il dinamismo delle composizioni di Boccioni egli effetti luministici delle ricerche post-impressionistiche, con le sperimentazioni spazio-temporali di un Medardo Rosso) - contemporaneamente esplora le possibilità espressive della plastica antica con particolare attenzione ai documenti arcaici, in una gamma di documenti che via via si farà amplissima, in rapporto anche con la divulgazione dei materiali archeologici e la creazione dei grandi musei nazionali dedicati alle civiltà antiche. Ma non dimentica le prime immagini della cultura figurativa legata alla fanciullezza; i monumenti romanici e gotici della sua città, in particolare Giovanni Pisano. Nel 1926 risiede stabilmente a Firenze, l'anno successivo in occasione dell'Esposizione di arti decorative a Monza, conosce ArturoMartiniche dueannidopo dovrà chiamarlo a succedergli nell'insegnamento della scultura presso l'ISIA, alla Villa Reale di Monza, dove il Maestro Pistoiese avrà studio e insegnerà fino al 1940.
Alla fine degli anni venti Marino fa parte del gruppo toscano di "Novecento" con il quale nel dicembre del 1928 partecipa al la mostra presso la Galleria "Milano" di Gussoni.
Nel 1929 soggiorna a Parigi, stringe contatto con molti artisti (De Pisis, Picasso, Maillol, Lipchitz, Braque, Laurens) e di molti frequenta gli studi; su invito di Mario Tozzi invia il Popolo (nella versione dei due personaggi uniti in una stretta di mano) alla "Esposition d'art italien moderne" alla galleria "Bonaparte" nella capitale francese.
Oramai stabilitosi definitivamente in Lombardia espone alla seconda mostra del Novecento italiano e, successivamente, partecipa alle collettive del gruppo a Nizza (1929), Basilea (1930) Helsinki e Stoccolma (1931). Del 1932 è la sua prima personale, sempre presso la Galleria "Milano".
L'attività di insegnamento non gli impedisce di compiere frequenti viaggi all'estero (Francia, Olanda, Germania, Inghilterra, Belgio, Austria); fondamentali le puntate parigine ( 1931,1933,
1936, 1938), dove rinnova i contatti con gli esponenti della più avanzata cultura artistica (Tanguy, De Chirico, Kandin-sky, Campigli, Gonzales) e l'esplorazione tedesca (Francoforte, Norimberga, Bamberg...) dove resta profondamente colpito dalla scultura e dalla decorazione delle cattedrali medievali. Partecipa alle rassegne della Biennale veneziana, della Triennale di Milano, e della Quadriennale di Roma; nell'edizione del 1935 di quest'ultima gli viene assegnato il gran premio per la scultura.
Si definiscono in quegli anni alcuni dei temi tipici della scultura di Marino, il cavaliere (quali l'esemplare ora ai Musei Vaticani, 1936, il Genti/uomo a cavallo.
1937, il Pellegrino, 1939) e la Po-mona (con questo termine desunto dalla tradizione latina Marino indica le sue donne prosperose, quasi sempre rappresentate immote e assorte).
Nel 1938 incontra Mercedes Pedrazzini, che sposa alcuni mesi più tardi; da quel momento sarà chiamata affettuosamente Marina quasi a sottolineare un'identificazione totale. Nel 1940 Marino lascia l'insegnamento a Monza per le accademie nazionali; insegna un anno a Torino e quindi passa a Brera, a Milano.
Nel settembre 1942 con i primi massicci bombardamenti degli Alleati, vengono colpiti sia l'appartamento in via Visconti di Modrone a Milano, sia lo studio che era rimasto presso la scuola di Monza; dopo aver cercato rifugio nell'Alto Milanese, in Brianza, i coniugi Marini riparano a Locamo (fine dicembre 1942).
Marino riesce ad avere casa e un piccolo studio a Tenero, poco lontano da Locarno. Durante gli anni del ritiro ticinese l'artista toscano ha occasione di allargare le conoscenze egli scambi di esperienze con artisti quali Giacometti, Wotruba, Banninger, Hubacher, Haller, Richier, espone a Basilea, Berna, Zurigo.
Nel 1946 ritorna a Milano e poco dopo riprende l'insegnamento a Brera; sviluppa la serie dei cavalieri eroici mentre il tema femminile si definisce sotto la denominazione particolare di Danzatrice: partecipa alla Biennale del 1948 (è anche nella commissione, con Morandi Longhi, Ragghianti...); in quell'occasione conosce Moore, instaurando un'amicizia che sarà a lungo rinfocolata dalla frequentazione reciproca a Forte dei Marmi; nello stesso anno conosce il mercante tedesco-americano Curt Valentin che lo invita a New York (febbraio-giugno 1950) dove ha organizzato una grande esposizione: è l'inizio di una oculata promozione dell'opera di Marino sia in America sia in Europa con un crescendo eccezionale di notorietà e di popolarità; difficile seguire d'ora in avanti le numerosissime esposizioni, soprattutto nei paesi dell'Europa del Nord e in quelli anglosassoni.
Durante il soggiorno americano Marino conosce altri protagonisti dell'arte moderna, Beckmann, Arp, Feininger, Calder, Dalì, Tanguy; esegue pure il ritratto di Strawinsky. Nel 1952 riceve il gran premio internazionale per la scultura alla Biennale di Venezia. Dopo la morte di Curt Valentin (1954) gli subentra come mercante Pierre Matisse. Il tema del cavaliere trapassagra-dualmente nelle composizioni tragiche di Miracolo, Guerriero, Grido e, oramai negli anni sessanta, nelle Forme. L'ultima sua grande impresa "civica" è un grande monumento all'Aja (1958-59). Fra le grandi esposizioni "storiche" dedicate alla sua opera si possono citare quella di Zurigo, Kunsthaus (1962), quella di Palazzo Venezia a Roma ( 1966) e quella itinerante in Giappone ( 1978), quella di Palazzo Grassi a Venezia (1983) e quella di Palazzo Reale a Milano (1989). Nella maturità Marino riprende assiduamente l'esercizio della pittura e accetta che vengano divulgate anche le opere della sua attività giovanile (mostre a Milano, 197 5, e a Monaco, 1976). L'opera di Marino è sparsa nei musei di tutto il mondo. Raccolte organiche hanno trovato sistemazione presso la Galleria d'Arte Moderna di Milano (1973), la Neue Pinakothek di Monaco di Baviera (1976), il Centro di Documentazione MarinoaPistoia(1979), ilMuseo Marino Marini in San Pancrazio a Firenze (1988) e la Sala delle Arti Liberali degli appartamenti Borgia, Città del Vaticano (1990).
(da Marino Marini. Mostra Antologica, Milano 1989. Catalogo Electa).