Attilio Forgioli è nato a Salò (Brescia) nel 1933. Nel 1953 si trasferisce a Milano per frequentare l’Accademia di Brera con Achille Funi e Mauro Reggiani. Nel dormitorio di Via Burigozzo conosce i pittori Claudio Olivieri e Franco Pardi. Frequenta i pittori Bepi Romagnoni, Mino Ceretti e Pietro Plescan. Nel 1956 espone i primi dipinti e disegni alla galleria Alberti di Brescia.
Nel 1957 riceve uno dei premi “Diomira”.
Nel 1958, dopo il diploma a Brera, insegna nella scuola media e lavora nella pubblicità. Si reca in Sicilia e a Menfi si sofferma a lavorare con Danilo Dolci. Insieme a Franco Pardi, Gustavo Bonora, Lello Castellaneta, Attilio Rossi e Attilio Del Comune forma il gruppo “Società Nuova”, con lo scopo di portare nelle fabbriche e cooperative la poesia di Brecht e Majakovskij. Durante le recite si espongono disegni che illustrano le poesie.
Nel 1962 soggiorna a Parigi, dove realizza i pastelli La Senna, ispirati ai tragici fatti del 17 ottobre 1961, quando una pacifica manifestazione della popolazione di origine algerina fu soffocata nel sangue dalla polizia. Nello stesso anno insegna alla scuola Faruffini di Sesto San Giovanni con Vittorio Basaglia. Fa amicizia con il fotografo Tranquillo Casiraghi, mentre la cooperativa di operai “La Toretta” gli fornisce uno studio a Sesto San Giovanni. Vicino, si trovano i pittori Enrico Castellani e Lino Marzulli.
Nello stesso anno, dopo un soggiorno a Berlino ritorna con immagini dure, drammatiche e inizia la serie dei quadri Figura nel paesaggio, Cane sull’autostrada e Animale nel paesaggio. Colori puri dove domina il giallo.
Nel 1963 riceve il premio “Città di Milano” insieme a Lucio Fontana. Nello stesso anno lavora alla serie Le Allegorie, in cui riecheggiano le drammatiche immagini della Guerra del Vietnam: elicotteri-uccello nel vortice del cielo appoggiano le zampe sulla terra.
È proprio con questi lavori, esposti nel 1965 alla galleria Bergamini di Milano, che riceve un’affermazione tale da permettergli di inserirsi nel mercato e di farsi apprezzare dalla critica nazionale. Inizia con Bergamini una collaborazione che gli consente di lasciare l’insegnamento e di dedicarsi solo alla pittura