ROMANO LEVI
Una vita sotto il segno della grappa e dei disegni colorati. Romano Levi nasce nel 1928, ma la grappa è già da tempo un «affare di famiglia». Prima di lui è il padre Serafino ad accendere l'alambicco. Serafino Levi arriva a Neive da Campodolcino, un paese di distillatori della Valtellina. Quando il padre muore, ancora giovane, nel 1933, lasciando i figli Romano e Lidia poco più che ragazzi, il compito di guidare la distilleria passa alla moglie. Teresina Levi muore nel '45 in un bombardamento: Romano ha 17 anni, la sorella Lidia 20 e ha appena terminato le magistrali. Così tocca a Romano continuare il mestiere. «Non avevo mai fatto la grappa, chi sapeva mi consigliò», racconterà più tardi. Il successo lo deve a Luigi Veronelli, che nei primi anni '60 scrive di lui su «Epoca» e lo soprannomina «Grappaiol'angelico», consegnando le sue bottiglie ed il loro creatore all'aristocrazia dell'acquavite e le etichette disegnate a mano alle «pinacoteche» del mondo. Levi diventa un mito, così come la Donna Selvatica che «scavalica» le colline, i soli e le donne che (anno i raggi. E mentre si moltiplicano i tentativi di falsificazione di grappa e disegni, si allunga verso l'infinite") il pellegrinaggio da tutto il mondo di ammiratori davanti alla distilleria di Neive.
Romani Levi ci ha lasciati improvvisamente ai primi di maggio del 2008