Note Biografiche
Enrico Paulucci è nato a Genova il 13 ottobre del 1901. Compie gli studi a Torino.
Durante gli anni del liceo si era già rivelata la sua inclinazione per la pittura e mentre seguiva i corsi universitari incominciò ad esporre in alcune mostre torinesi partecipando per brevi periodi al gruppo futurista. Sono dal 1927-28 i suoi primi incontri con i pittori più significativi di Torino.
"...Fu dunque in questi anni che mi legai d'amicizia con felice Casorati i cui quadri con le uova mi avevano svelato per primi un nuovo mondo figurativo... un'amicizia che mai venne meno ed a cui seguirono subito quelle altrettanto stimolanti di Lionello Venturi, di Edoardo Persico, di tutto l'ambiente di cultura che contraddistinse quella che si potrebbe ricordare come 'Epoca Gualino' e che vide, attorno al Bar Patria, Giacomo Debenedetti e Arturo Martini, Mario Cromo, Mario Soldati, Giuseppe Pagano; Sottsas e Levi Montalcini, architetti, Mario Sobrero e Alberto Sartoris, Carlo Argan e Aldo Bertini".
Nel 1928 si recò a Parigi conoscendo così in modo approfondito la pittura francese dall'Impressionismo in poi, interessandosi in particolare alle opere di Picasso, Matisse, Dufy e Braque.
Nel 1929, di ritorno a Torino, si unì agli amici Chessa, Levi, Galante, Menzio e Boswell costituendo così il gruppo dei "Sei Pittori".
"...Fu un movimento di breve durata ma intenso, avendo in Lionello Venturi e in Edoardo Persico due impareggiabili sostenitori e consiglieri".
"...Fu nelle interminabili passeggiate notturne per la città, con Edoardo Persico, che decidemmo di metter su la prima mostra e appendemmo i nostri quadri in un magazzino prima adibito a deposito di tappeti nella centralissima Galleria Lombardi... La storia del gruppo dei 'Sei'... fu quello di parlare di libertà e d'Europa in un clima, il clima italiano di allora, in cui anche l'arte era minacciata da un nazionalismo retorico e da gretti ripiegamenti autarchici...". Dopo le mostre del 1920-30 a Torino, Genova, Milano, il gruppo si sciolse. Paulucci, Menzio e Levi tennero ancora insieme nel 1931 e '32, mostre a Parigi, Londra e Roma.
"... Tra i molti viaggi e i vari soggiorni che mi capitò di fare negli anni della mia prima formazione, ricordo quelli di Londra con Carlo Levi, Moravia e Nello Rosselli ed un soggiorno a Malta dove dipinsi una serie di guazzi in cui l'atmosfera viva dell'isola, con la sua terra colore del miele, le mura, i giardini, le frastagliate insenature, mi furono congeniali, particolarmente generose di suggerimenti...".
Con Casorati a Torino fondò lo studio Casorati-Paulucci dove organizzò molte mostre d'avanguardia e sempre con Casorati diresse lo studio "La Zecca".
"...Fu nel 1934 che con l'amico Casorati aprimmo una specie di galleria d'arte, in uno scantinato di Via Barolo, lo studio Casorati-Paulucci' e qui organizzammo alcune mostre importanti e tenemmo la prima mostra di arte astratta: vi esponevano Ghiringhelli e Reggiani, D'Errico, Veronesi, Bogliardi, Fontana, Licini e Soldati". Nel 1939 fu chiamato alla cattedra di pittura dell'Accademia Albertina. Il suo insegnamento segnò l'inizio di più attuali orientamenti negli studi.
"...7 miei primi allievi furono Davico e Moreni; non ero poi tanto più vecchio di loro, a pensarci ora, cercai subito, nella vecchia e gloriosa Accademia..., di stimolare e aprire gli occhi ai giovani, ai quali sino ad allora erano ignoti per-
sino Cézanne e l'Impressionismo, cercando di far circolare nei vecchi studi l'aria ossigenata dell'arte contemporanea con i suoi problemi e le sue ricerche più vive...". Durante la guerra si trasferì a Rapallo.
"...La guerra mi trovò a Torino: una storia di crolli e di incendi, di sirene d'allarme, sino alla distruzione del mio studio e della scuola, che mi costrinsero a rifugiarmi a Rapallo, dove mi ero in quegli anni costruito uno studio... ". "...Con la fine della guerra, dopo una mia mostra all'Art Club di Roma, organizzata da Prampolini e da Capogrossi, tornai a Torino e da questo momento la mia pittura subì una rielaborazione, lenta ma continua e mi auguro non vana, da cui nacque la prima mostra delle "Barche" alla Bussola tenuta a battesimo da Luigi Carluccio...". Nel 1954 la sala allestita per lui alla Biennale di Venezia, presentata da Marchiori, segnò un momento importante nel suo sviluppo artistico.
Nel 1955 fu chiamato alla direzione dell'Accademia Albertina. Nominato membro dell'Accademia di San Luca a Roma, fu anche membro dell'Accademia Clementina di Bologna e delle "Arti e del Disegno" di Firenze. Nel 1958 gli furono assegnati il premio Michetti e altri a La Spezia, a Villa San Giovanni, alle Biennali veneziane e alla Quadriennale di Roma.
Dopo il 1960, sono da ricordare: la mostra I Sei di Torino del 1965 alla Galleria Civica d'Arte Moderna di Torino; nel 1966 la sala personale alla XXXIII Biennale di Venezia; nel 1979 l'antologica alla Promotrice delle Belle Arti di Torino; nel 1980, la personale al Palazzo Pianetti Tesei di Jesi; nel 1983, la personale a Palazzo Bianco e Palazzo Rosso di Genova; nel 1986, l'esposizione Astratto-Concreto allo Studio d'Arte Le Immagini di Torino; nel 1987, la mostra antologica del Comune di Acqui Terme (Palazzo Robellini); nel 1988, la mostra Primo Tempo allo Studio d'Arte Le Immagini di Torino; nel 1989, l'antologica al Palazzo dei Leoni di Messina; nel 1990, la personale al Palazzo dei Congressi di Alba; nel 1992 e nel 1994, le personali all'Antico Castello sul Mare di Rapallo. Nel 1993 riceve il premio Pannunzio a Torino, nel 1994 la medaglia d'oro della Presidenza della Repubblica per i Benemeriti della cultura e dell'arte e nel 1995 il Premio Cesare Pavese.
Nel 1996, Omaggio a Paulucci, Fondazione Palazzo Bricherasio Torino e la stessa mostra nel 1997 al Palazzo delle Nazioni Unite di Ginevra.
Recentemente: Bra - Palazzo Mathis 2008, La Spezia - CAMeC 2009, Cavatore (AL) Casa Felicita 2009.
E stato Presidente dell'Accademia di San Luca a Roma e dell' Accademia Albertina a Torino, di cui era stato, nel tempo, docente e direttore.
Molto intensa è stata la sua attività anche all'estero: nel 1930 espone alla Bloomsbury di Londra; nel 1931 alla Jeune Europe di Parigi; nel 1937 alla Akademie der Kunste di Berlino; nel 1942 a Linz; nel 1946 a Londra; nel 1949 a Praga e al Cairo; nel 1951 ai Musées di Nizza; nel 1951 e '53 alla I e II Biennale di San Paolo del Brasile; nel 1955 al Nationalmuseum di Stoccolma e alla Biennale Hispano-Americana di Barcellona; nel 1957 a New York (Columbia University); nel 1961 a Copenhagen, Oslo, Goteborg; nel 1963 a Skopie e nel 1979 in Finlandia. Si è dedicato, oltre all'attività di incisore, a quella di scenografo teatrale e cinematografico; insieme, nel tempo, a Soldati, Levi, Blasetti, Moravia, Bosio, Pavolini e Strehler, per rappresentazioni alla Fenice di Venezia ed in altri importanti teatri italiani.
E’ deceduto a Torino il 22 agosto del 1999
(L. R.)