Sergio Saroni nasce nel 1934. Frequenta l'Accademia Albertina e l'ambiente artistico torinese. Condivide i primi entusiasmi con i più o meno coetanei Aimone, Casorati, Chessa, Tabusso, Ruggeri. Dal '54, sostenuto dalla stima di Luigi Carluccio e dall'appoggio della galleria la Bussola di Torino, partecipa ad importanti premi nazionali, ottenendo riconoscimenti che lo collocano nella ristretta cerchia delle giovani promesse. Arcangeli, Valsecchi e Carluccio ne fanno uno dei campioni del cosiddetto "informale naturalistico", che si afferma nell'arco della seconda metà degli anni cinquanta in area padana. Espone alle rassegne Francia - Italia nel '55 e nel '57; alla Biennale di Venezia nel '56, '58, '62; a San Paolo del Brasile nel '59. Dalla polemica tra Carluccio e Pistoi ('57 / '58), che promuovono sue mostre con Ruggeri, Merz e Soffiantino sotto insegna informale o aformale, Saroni esce indirizzandosi alla "nuova figurazione", che a Torino, Milano e Roma regge il confronto con i neoastrattismi e gli sperimentalismi d'inizio anni sessanta (partecipa alla mostra internazionale della "Nuova Figurazione", Firenze 1963, e a "Mitologie del nostro tempo", Arezzo 1965). La scelta di un figurativismo attuale lo mette nella necessità di rinnovare il linguaggio; in tal senso, assume parte importante la ricerca grafica. Parallelamente si dedica all'insegnamento, prima al Liceo Artistico poi all'Accademia Albertina, dove subentra a Enrico Paulucci sulla prima cattedra di Pittura. Dell'Accademia diventa direttore, accompagnando con precise responsabilità il mutamento di rotta che tocca l'Istituzione a livello nazionale: in particolare coinvolge nei cosiddetti corsi speciali alcuni artisti che hanno segnato un'epoca; promuove una serie di mostre memorabili ("Gaudenzio Ferrari e la sua scuola", 1982, "Arte a Torino - 1946/53", 1983, "Felice Castrati", 1985, "Aldo Rossi, disegni di architettura", 1986, "Mario Calandri", 1987, "Eclettismo e Liberty a Torino. Giulio Casanova e Edoardo Rubino", 1989, "Francesco Gonin", 1991), la riapertura della Pinacoteca dell'Albertina e la pubblicazione della monografia, a cura di F.Dalmasso, P.Gaglia e F.Poli sulla stessa Accademia. Dopo tre sorprendenti Personali, che rinnovano profondamente la sua immagine è a Torino, Documenta 1981 e 1990, a Milano, Compagnia del disegno, 1983, Cavatore (AL) "Casa Felicita" L'Ossessione del vero nel 2006. Scompare prematuramente nel 1991.