Il percorso artistico di Isidoro Cottino si snoda in una contìnua ricerca espressiva che spazia dal genere figurativo sino alle estreme frange dell'informale.
Artista con esperienze multiple, dalla ceramica alla scultura, dall'incisione alla pittura, in un continuo susseguirsi di ricerche tecniche ed espressive, persegue un obiettivo, quello di esprimere sensazioni, emozioni, stati d'animo senza peraltro trascurare la parte tecnica, sempre presente nelle sue complesse procedure.
In questa mostra al Piemonte Artistico presenta le opere che vanno dal 1988 al 2008, con una attenzione particolare a quella della grafica di ricerca e sperimentazione.
La data del 1988 rappresenta per Cottino il confine fra la tendenza figurativa e quella informale, Gradatamente poi le sue esperienze, partite dall'incisione sperimentale, hanno coinvolto nelle modalità tecniche esecutive delle sue matrici anche quella che si può considerare l'opera "pittorica".
Questa infatti, può materialmente considerarsi una continuazione ampliata del lavoro di ricerca effettuato da Cottino sulle matrici lignee.
Le opere incisorie figurative classiche non sono pertanto presenti in mostra, così come non compaiono quelle pitto riche della stessa tendenza.
Una sola incisione è presente a indicare il punto di confine fra il vecchio ed il nuovo: quella di un particolare di vecchio portone, eseguita all'acquaforte dove, con estrema cura egli ha raffigurato la struttura delle fibre del legno e del suo aspetto logorato dal tempo.
Proprio da tale incisione è derivato l'uso di questo materiale per "raffigurare se stesso" come dice Cottino nel suo scritto pubblicato sul libro "Dieci anni di incisione sperimentale" del 1999 con la presentazione di Pino Mantovani.
"L'elaborazione era continua, dapprima il cartone poi il legno, xilografie ottenute con riporti e stampa di tipo calco grafico, tecnica che esalta la struttura del legno rivelandone un segno che è già di per se molto espressivo, intervenire su tale struttura, sottraendo o aggiungendo materiale, significa entrare in una dimensione nuova, inesplorata.
E' la sensazione di aprirsi una strada in un dedalo di segni preesistenti e vagare in questo intrico, come in una foresta, cercando un varco che consenta di giungere alla meta.
E' consistente anche il numero di opere eseguite con la tecnica sperimentale su matrici di cartone e materiali riportati, questi, contrariamente alla loro natura apparentemente delicata, se fissati con cure sulle matrici possono dare vita ad un considerevole numero di copie.
Il 1989 vide l'inizio delle "variazioni" , xilografie sperimentali stampate sul torchio calcografico ma con una continua variante sia degli inchiostri che dei riporti di carte colorate applicate in fase di stampa sulla matrice.
Era questo il modo di ottenere una serie di opere monotipiche, volutamente diverse una dall'altra, conservandone però la caratteristica dell'impronta di base e contemporaneamente creare un notevole effetto pittorico.
Continuando nella sua ricerca, Cottino ha poi sentito la necessità di fabbricarsi la carta, supporto determinante per cogliere appieno tutti i segni e gli slivellamenti dei vari materiali disposti sulle sue elaborate matrici.
Infatti, gli sprofondamenti anche di vari millimetri della superficie di queste, creavano nella stampa problemi e risultati insoddisfacenti: le normali carte reperibili sul mercato non erano più idonee data la scarsa adattabilità all'impronta, mentre la carta fabbricata dall'artista aveva caratteristiche idonee a risolvere tutte queste difficoltà.
Era una carta di notevole grammatura, morbida ed in grado di recepire tutte le caratteristiche strutturali delle matrici rispondendo così alle necessità dell'artista.
Il risultato diede perciò il via ad una serie di opere che per scelta non furono seriali, tranne in pochi casi, ma sempre volutamente monotipiche, opere uniche quindi, con interventi tali da considerarle tecniche miste su base stampata.
Su queste base, l'autore applicava foglia d'oro e intervenendo con inchiostri e colori li trasformava in vere opere pittoriche dove solo più l'impronta della matrice rivelava la loro origine.
L'opera pittorica eseguita dopo il 1995 ha pertanto preso il via dall'esperienza delle matrici da stampa.
Da tale periodo vi è infatti la nascita di lavori di notevoli dimensioni: è una nuova ricerca sulla materia, questa, non più vincolata dalle necessità di stampa, come per le matrici, trova quindi assoluta libertà, prende il soppravvento, liberando così tutta la fantasia dell'autore in un crescendo di cumulazioni e sovrapposizioni che rendono talvolta queste opere degli autentici bassorilievi.
Dell'autore non va poi dimenticata la tematica a soggetto sacro, che egli ha affrontato nella sua carriera varie volte ed in varie tematiche fra le quali domina la crocifissione, tema prediletto dall'autore che fin dalla sua adolescenza aveva a cuore questo soggetto.
A testimonianza di questa scelta vi è la sua opera ispirata alla Sacra Sindone presente al Museo della Sacra Sindone di Torino, il trittico sulla "via Crucis"presso l'Arcivescovado di Biella e una deposizione al Monastero del Sacro Cuore di Manziana (Roma).