IL PERO CONTESO (2008)
TECNICA MISTA SU CARTA
MM. 280 X 380
Disegno preparatorio per le opere della mostra "L'altra medicina" Acqui Terme 2009.
Il pero conteso
Cavatore, luglio 1556
Giovanni, figlio di Tameo Ferrano, stava ad triturandum messes in area [a battere il grano nell'aia], quando sentì Biagio Ferrarlo che contendeva con aspre parole con Anna, sua moglie, la quale voleva impedirgli di bacchiare con una pertica i frutti di un pero che sorgeva in un prato di sua proprietà, in località Baverdo. Allora egli si precipitò sul posto e si rivolse a Biagio, dandogli dell'asino ["questo asino vene a batere le perre et a coligere"], nella convinzione che il pero appartenesse, in realtà, a suo padre Tameo. E Biagio, di rimando: "Sì, tu sei un asino". L'altro, a questo punto, lo sfida, chiedendogli se gli "bastarà l'animo di andar a coliger le perre". "Sì bene - risponde Biagio - me bastare l'animo", e senza indugio si porta sotto il pero per bacchiarlo. Allora Giovanni prende un sasso e glielo tira, colpendolo al fianco destro, sulle costole. "Ohi, ohi - grida Biagio - che sono morto". Per questo Giovanni verrà processato e condannato.
AVA, Atti notarili di Enrico Camarino, faldone 40.