All'Accademia delle Belle Arti di Venezia è allievo di Virgilio Guidi per la pittura e di Emanuele Brugnoli e Giovanni Giuliani per l'incisione. Durante il soggiorno veneziano frequenta lo studio di Umberto Martina. Dopo un inizio all'insegna della tecnica dell'olio e dell'affresco, scopre nell'acquaforte il mezzo più congeniale alla sua ispirazione. La tecnica, il linguaggio e le tematiche, presenti nelle sue acqueforti, si riallacciano all'incisione di matrice pittorica, nella versione della tradizione vedutista e paesaggista settecentesca veneziana, rinnovata dalla vera e propria scuola veneta, sorta con il ripristino della cattedra d'incisione all'Accademia di Belle Arti di Venezia nel 1912. Esordisce come espositore alla Biennale del 1948 nelle sale del bianco e nero. Nel 1941, terminati gli studi, diventa assistente di Giuliani all'Accademia, dove insegnerà fino al 1952. Ritornato al paese natale prosegue l'insegnamento di disegno nelle scuole medie locali.
Le sue innumerevoli acqueforti di soggetto paesaggistico, rivissuto in toni affettivi, trasmettono un'atmosfera di sospensione e di vibrazione cromatica. Pasolini, fra i primi estimatori dell'incisore, le riteneva opere che evadevano dalla provincia verso una dimensione nazionale proprio per la modernità e apertura dello spirito che le animava. Infatti Tramontin collabora fin dal 1944 alle pubblicazioni dello "Stroligut", la rivista incentrata sulla cultura del Friuli occidentale fondata da Pasolini e stampata a S. Vito al Tagliamento. Nel febbraio del '45, assieme a Pasolini, al pittore Federico de Rocco, è tra i fondatori dell"Accademiuta di lenga furlana", associazione che si propone di rompere con la tradizione friulana vernacolare, folcloristica e subalterna al potere, favorendo una nuova coscienza civile e letteraria. Secondo Arturo Manzano, l'incisore riesce a rendere con freschezza e agilità il senso di infinito ed eterno che trasmettono gli ampi spazi della campagna sanvitese. Lavora la lastra di rame con grande abilità, scegliendo scrupolosamente gli inchiostri e le carte, e calibrando la pressione del torchio. Si cimenta pure nella traduzione di scorci delle città storiche inglesi di Oxford, Londra, realizzando, nei primi anni Cinquanta, opere grafiche che rendono l'atmosfera fantastica e romantica oltre alla monumentalità degli edifici. All'inizio degli anni Sessanta, Tramontin collabora con la Scuola Mosaicisti di Spilimbergo alla stesura dei cartoni per la decorazione musiva del santuario di Madonna di Rosa a S. Vito al Tagliamento, durata dal 1960 al 1973.